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   Stavolta gli ambientalisti dicono sì   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
pg "Forse tu non pensavi ch’io löico fossi!"
Marzo 14, 2007, 08:26:27 am
Utente standard, V12, 12456 posts

Digital computers = people who count on their fingers
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   Re: Stavolta gli ambientalisti dicono sì   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
jimb0 Harry, hol schon mal den Wagen!
Marzo 14, 2007, 08:36:54 am
Utente standard, V12, 9563 posts

beh, sicuro sicuro che se la regione avesse approvato, ci sarebbero stati cortei di ambientalisti a non finire contro "uno scempio assurdo e blablabla..."
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   Re: Stavolta gli ambientalisti dicono sì   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
Loco
Marzo 14, 2007, 09:13:15 am
Utente standard, V12, 1755 posts
beh, sicuro sicuro che se la regione avesse approvato, ci sarebbero stati cortei di ambientalisti a non finire contro "uno scempio assurdo e blablabla..."

l'impianto è stato caldamente appoggiato da Legambiente e Greenpeace. Quando qualcuno propone qualcosa, gli "altri" per principio si oppongono sempre per principio.

 
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   Re: Stavolta gli ambientalisti dicono sì   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
jimb0 Harry, hol schon mal den Wagen!
Marzo 14, 2007, 09:20:11 am
Utente standard, V12, 9563 posts
l'impianto è stato caldamente appoggiato da Legambiente e Greenpeace. Quando qualcuno propone qualcosa, gli "altri" per principio si oppongono sempre per principio. 

di sicuro verrebbe fuori il movimento dei "piccioni scacazzanti" o qualche altra cosa a manifestare! Grin Grin
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   Re: Stavolta gli ambientalisti dicono sì   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
baranzo Nothing's as it seems!
Marzo 14, 2007, 09:25:55 am
Global Moderator, V12, 27106 posts
e intanto gli altri cosa fanno?

***

Blair: rivoluzione entro il 2050. Brown agli inglesi: consumate meno
Londra taglia i gas serra del 60%
Il piano: fonti alternative e risparmi nelle case  


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA ? Il primo Paese Verde del pianeta. È questo l'obiettivo che il governo britannico si è posto presentando la bozza di legge che prevede l'obbligo di ridurre del 60 per cento entro il 2050 l'emissione di diossido di carbonio, principale colpevole del riscaldamento terrestre e del temuto cambiamento irreversibile del clima.

«Tutti i settori della nostra società dovranno contribuire allo sforzo di trasformare la Gran Bretagna in un'economia a bassa emissione di Co2», ha detto il ministro dell'Ambiente David Miliband. «Siamo a una tappa rivoluzionaria che servirà di esempio al mondo», ha promesso Tony Blair, che ha già svelato la sua ambizione di mettersi a disposizione della comunità internazionale come salvatore dell'ambiente, quando in estate lascerà Downing Street. E Gordon Brown, che si appresta a succedergli alla guida del governo, ha invitato la gente a «risparmiare sulle emissioni di Co2 come risparmia su ogni singolo penny». Il Cancelliere ha annunciato che metterà fuori commercio le vecchie lampadine a incandescenza e progetta sgravi fiscali per le case che si doteranno di un sistema di isolamento termico, con un obiettivo di dieci milioni di abitazioni di nuova concezione «carbo-neutra» entro il 2016. E con orgoglio ha citato esempi personali: a casa spegne ogni sera la funzione stand-by su televisione e apparecchio hi-fi, non tiene in ricarica il telefonino la notte, ha messo pannelli solari (anche se dalle sue parti in Scozia di sole se ne vede poco per la verità). Soprattutto, il superministrofinanziario del Regno ha ricordato ai sudditi come semplici accorgimenti del genere oltre a far bene all'ecosistema possono abbassare la bolletta energetica di ogni famiglia di circa 360 euro all'anno.

La sfida al riscaldamento terrestre è al centro del dibattito politico-culturale a Londra. David Cameron, quarantenne leader dei conservatori cerca di ridipingere di verde il partito e ha appena proposto di introdurre una tassa sui viaggi aerei: un tetto di 2 mila miglia a testa l'anno e poi una tassa progressiva a seconda delle miglia volate in più. Un'idea poco popolare e tanto più arrischiata se si tiene conto che il partito conservatore è tradizionalmente percepito come il paladino della deregulation e dell'abbassamento delle tasse. Anche Cameron esibisce comportamenti personali da bravo ecologista: sta facendo grandi lavori nella sua casa di Notting Hill per installare una turbina eolica e ha promesso (o minacciato a seconda dei punti di vista) di piazzarne una anche su Downing Street se diventerà premier. E poi appena può si fa fotografare mentre va a Westminster in bicicletta, anche se un fotoreporter ha scoperto che è seguito dall'auto di servizio con cambio d'abito e borsa dei documenti.

Il governo comunque ha piani seri. Il progetto di legge sul «Climate Change», che sarà votato all'inizio del 2008, fissa una serie di piani quinquennali legalmente vincolanti e istituisce un organismo di controllo indipendente che darà consigli e verificherà anno per anno il rispetto degli impegni presi.

La Gran Bretagna, che contribuisce alle emissioni di gas serra per il 2 per cento del totale mondiale, promette di ridurle tra il 26 e il 32% entro il 2020: quindi più del 20% (rispetto ai livelli di emissioni del 1990) su cui si sono appena accordati i leader europei. Punta sulle energie alternative e rinnovabili, da quella eolica tanto cara a Cameron a quella solare che piace a Brown, a quella creata dalle maree.

In questo clima di crociata la bozza di legge prevede che in caso di mancato raggiungimento del taglio previsto il governo possa essere portato in tribunale per renderne conto. E in un Paese giudiziariamente litigioso come la Gran Bretagna, dove organizzazioni come Amici della Terra e Greenpeace sono particolarmente attive, un Processo Verde ai ministri di Sua Maestà non è un'eventualità da prendere alla leggera. Quanto al ruolo di «salvatore planetario» sognato da Blair, il premier punta di lasciare la scena politica dopo un ultimo successo al verticeG- 8 di giugno: vuole convincere gli Stati Uniti ad appoggiare il nuovo trattato che sostituirà quello di Kyoto. È l'ora delle buone intenzioni.
Verdi.


Guido Santevecchi
14 marzo 2007, corriere.it

“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza.” (G. Orwell, 1984)
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   Re: Stavolta gli ambientalisti dicono sì   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
baranzo Nothing's as it seems!
Marzo 14, 2007, 09:30:21 am
Global Moderator, V12, 27106 posts
comunque è divertente notare come organi di informazione diano interpretazioni diverse della stessa vicenda; il corriere ne aveva già parlato 1 settimana fa con altri toni.

***

Previsti 54 impianti vicino alla costa.
Torri del vento in Molise, Di Pietro dice no
Contestato il piano del parco eolico sull'Adriatico. «In quest'area renderebbe poco». Ambientalisti divisi 


ROMA ? Proprio nel giorno in cui il presidente della commissione europea Barroso ha lanciato un appello ai partner europei, chiedendo di coprire, entro il 2020, con fonti rinnovabili pulite almeno il 20% dei consumi energetici, in Italia scoppia una querelle sull'eolico, l'energia ricavata dal vento. Un progetto per la realizzazione del primo grande parco eolico offshore, nell'Adriatico, al largo della coste del Molise, è stato respinto da comuni, Province, Regioni e da alcuni settori del governo perché offenderebbe il paesaggio e il turismo. Profondamente divisi gli ambientalisti, con Legambiente che promuove l'iniziativa e il Comitato per il paesaggio che la boccia.
«Si tratta di un progetto nato più nel sottoscala che nelle sedi opportune ? ironizza il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, che dalla sua natia Montenero di Bisaccia, potrebbe avvistare la selva delle torri eoliche marine alte fino a 80 metri ?. Non sono stati coinvolti né gli enti locali, né la popolazione. Il progetto mi appare mosso più da interessi speculativi che industriali». Lo schema del parco eolico, elaborato dalla milanese Effeventi, prevede di impegnare una superficie di circa 25,5 milioni di metri quadrati, a pochi km di distanza dalla costa di Petacciato (Campobasso), a Nord di Termoli. Lì la ditta conficcherebbe sui fondali adriatici 54 torri eoliche d'acciaio di 5 metri di diametro e di altezza variabile dai 60 agli 80 metri.
Sfruttando i venti della zona, la selva delle torri, dotate in cima di pale rotanti, produrrebbe l'energia necessaria per alimentare 120 mila famiglie. Un contributo piccolo ma non trascurabile, che ci libererebbe dall'onere di quasi 100 mila tonnellate l'anno di idrocarburi e risparmierebbe alla nostra atmosfera 420 mila tonnellate l'anno di anidride carbonica (il gas che riscalda il pianeta e altera il clima), oltre a una valanga di inquinanti ordinari. «Il progetto è stato a lungo esaminato dalla commissione per la valutazione dell'impatto ambientale del ministero dell'Ambiente ? riferisce Edoardo Zanchini, responsabile nazionale Energia di Legambiente ?. Sono stati apportati correttivi, sia per minimizzare l'impatto delle torri con i fondali, sia per garantire l'allacciamento dei cavi elettrici senza interferire su dune e pinete dell'area. Possiamo affermare che le preoccupazioni sono rimosse. L'impianto va fatto». Di parere opposto gli ambientalisti del Comitato nazionale per il Paesaggio che fanno riferimento all'ex ministro Carlo Ripa di Meana. «Intendiamoci, sono convinto che l'energia eolica sia un'alternativa valida ? precisa Di Pietro ?. Ma va valutato il rapporto costi benefici. Quella è un'area con deboli venti. Unica per il valore paesaggistico perché è rimasta allo stato vergine, senza speculazione edilizia. La scelta dell'impianto eolico sarebbe sbagliata. In ogni caso, poiché la procedura autorizzativa non investe il mio ministero, ma quello dei Trasporti, mi sono già messo in contatto col collega Bianchi». Di Pietro non cita il ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio, competente per la valutazione di impatto, il quale fa sapere che «l'eolico è senz'altro una buona fonte energetica, ma bisogna rispettare le condizioni per un suo corretto utilizzo e sottolinea che gli impianti devono essere inseriti all'interno di una pianificazione nazionale».



Franco Foresta Martin
08 marzo 2007, corriere.it

“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza.” (G. Orwell, 1984)
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   Re: Stavolta gli ambientalisti dicono sì   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
Loco
Marzo 14, 2007, 09:38:02 am
Utente standard, V12, 1755 posts
comunque è divertente notare come organi di informazione diano interpretazioni diverse della stessa vicenda; il corriere ne aveva già parlato 1 settimana fa con altri toni.

***

Previsti 54 impianti vicino alla costa.
Torri del vento in Molise, Di Pietro dice no
Contestato il piano del parco eolico sull'Adriatico. «In quest'area renderebbe poco». Ambientalisti divisi 


ROMA ? Proprio nel giorno in cui il presidente della commissione europea Barroso ha lanciato un appello ai partner europei, chiedendo di coprire, entro il 2020, con fonti rinnovabili pulite almeno il 20% dei consumi energetici, in Italia scoppia una querelle sull'eolico, l'energia ricavata dal vento. Un progetto per la realizzazione del primo grande parco eolico offshore, nell'Adriatico, al largo della coste del Molise, è stato respinto da comuni, Province, Regioni e da alcuni settori del governo perché offenderebbe il paesaggio e il turismo. Profondamente divisi gli ambientalisti, con Legambiente che promuove l'iniziativa e il Comitato per il paesaggio che la boccia.
«Si tratta di un progetto nato più nel sottoscala che nelle sedi opportune ? ironizza il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, che dalla sua natia Montenero di Bisaccia, potrebbe avvistare la selva delle torri eoliche marine alte fino a 80 metri ?. Non sono stati coinvolti né gli enti locali, né la popolazione. Il progetto mi appare mosso più da interessi speculativi che industriali». Lo schema del parco eolico, elaborato dalla milanese Effeventi, prevede di impegnare una superficie di circa 25,5 milioni di metri quadrati, a pochi km di distanza dalla costa di Petacciato (Campobasso), a Nord di Termoli. Lì la ditta conficcherebbe sui fondali adriatici 54 torri eoliche d'acciaio di 5 metri di diametro e di altezza variabile dai 60 agli 80 metri.
Sfruttando i venti della zona, la selva delle torri, dotate in cima di pale rotanti, produrrebbe l'energia necessaria per alimentare 120 mila famiglie. Un contributo piccolo ma non trascurabile, che ci libererebbe dall'onere di quasi 100 mila tonnellate l'anno di idrocarburi e risparmierebbe alla nostra atmosfera 420 mila tonnellate l'anno di anidride carbonica (il gas che riscalda il pianeta e altera il clima), oltre a una valanga di inquinanti ordinari. «Il progetto è stato a lungo esaminato dalla commissione per la valutazione dell'impatto ambientale del ministero dell'Ambiente ? riferisce Edoardo Zanchini, responsabile nazionale Energia di Legambiente ?. Sono stati apportati correttivi, sia per minimizzare l'impatto delle torri con i fondali, sia per garantire l'allacciamento dei cavi elettrici senza interferire su dune e pinete dell'area. Possiamo affermare che le preoccupazioni sono rimosse. L'impianto va fatto». Di parere opposto gli ambientalisti del Comitato nazionale per il Paesaggio che fanno riferimento all'ex ministro Carlo Ripa di Meana. «Intendiamoci, sono convinto che l'energia eolica sia un'alternativa valida ? precisa Di Pietro ?. Ma va valutato il rapporto costi benefici. Quella è un'area con deboli venti. Unica per il valore paesaggistico perché è rimasta allo stato vergine, senza speculazione edilizia. La scelta dell'impianto eolico sarebbe sbagliata. In ogni caso, poiché la procedura autorizzativa non investe il mio ministero, ma quello dei Trasporti, mi sono già messo in contatto col collega Bianchi». Di Pietro non cita il ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio, competente per la valutazione di impatto, il quale fa sapere che «l'eolico è senz'altro una buona fonte energetica, ma bisogna rispettare le condizioni per un suo corretto utilizzo e sottolinea che gli impianti devono essere inseriti all'interno di una pianificazione nazionale».



Franco Foresta Martin
08 marzo 2007, corriere.it



cosa pretendi dai giornalisti italiani ...  Roll Eyes
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   Re: Stavolta gli ambientalisti dicono sì   Vai Giù Vai Su Le News Indice del forum
2bar meglio otto...
Giugno 12, 2007, 23:14:20 pm
Utente standard, V12, 1246 posts
e intanto gli altri cosa fanno?

***

Blair: rivoluzione entro il 2050. Brown agli inglesi: consumate meno
Londra taglia i gas serra del 60%
Il piano: fonti alternative e risparmi nelle case  


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA ? Il primo Paese Verde del pianeta. È questo l'obiettivo che il governo britannico si è posto presentando la bozza di legge che prevede l'obbligo di ridurre del 60 per cento entro il 2050 l'emissione di diossido di carbonio, principale colpevole del riscaldamento terrestre e del temuto cambiamento irreversibile del clima.

«Tutti i settori della nostra società dovranno contribuire allo sforzo di trasformare la Gran Bretagna in un'economia a bassa emissione di Co2», ha detto il ministro dell'Ambiente David Miliband. «Siamo a una tappa rivoluzionaria che servirà di esempio al mondo», ha promesso Tony Blair, che ha già svelato la sua ambizione di mettersi a disposizione della comunità internazionale come salvatore dell'ambiente, quando in estate lascerà Downing Street. E Gordon Brown, che si appresta a succedergli alla guida del governo, ha invitato la gente a «risparmiare sulle emissioni di Co2 come risparmia su ogni singolo penny». Il Cancelliere ha annunciato che metterà fuori commercio le vecchie lampadine a incandescenza e progetta sgravi fiscali per le case che si doteranno di un sistema di isolamento termico, con un obiettivo di dieci milioni di abitazioni di nuova concezione «carbo-neutra» entro il 2016. E con orgoglio ha citato esempi personali: a casa spegne ogni sera la funzione stand-by su televisione e apparecchio hi-fi, non tiene in ricarica il telefonino la notte, ha messo pannelli solari (anche se dalle sue parti in Scozia di sole se ne vede poco per la verità). Soprattutto, il superministrofinanziario del Regno ha ricordato ai sudditi come semplici accorgimenti del genere oltre a far bene all'ecosistema possono abbassare la bolletta energetica di ogni famiglia di circa 360 euro all'anno.

La sfida al riscaldamento terrestre è al centro del dibattito politico-culturale a Londra. David Cameron, quarantenne leader dei conservatori cerca di ridipingere di verde il partito e ha appena proposto di introdurre una tassa sui viaggi aerei: un tetto di 2 mila miglia a testa l'anno e poi una tassa progressiva a seconda delle miglia volate in più. Un'idea poco popolare e tanto più arrischiata se si tiene conto che il partito conservatore è tradizionalmente percepito come il paladino della deregulation e dell'abbassamento delle tasse. Anche Cameron esibisce comportamenti personali da bravo ecologista: sta facendo grandi lavori nella sua casa di Notting Hill per installare una turbina eolica e ha promesso (o minacciato a seconda dei punti di vista) di piazzarne una anche su Downing Street se diventerà premier. E poi appena può si fa fotografare mentre va a Westminster in bicicletta, anche se un fotoreporter ha scoperto che è seguito dall'auto di servizio con cambio d'abito e borsa dei documenti.

Il governo comunque ha piani seri. Il progetto di legge sul «Climate Change», che sarà votato all'inizio del 2008, fissa una serie di piani quinquennali legalmente vincolanti e istituisce un organismo di controllo indipendente che darà consigli e verificherà anno per anno il rispetto degli impegni presi.

La Gran Bretagna, che contribuisce alle emissioni di gas serra per il 2 per cento del totale mondiale, promette di ridurle tra il 26 e il 32% entro il 2020: quindi più del 20% (rispetto ai livelli di emissioni del 1990) su cui si sono appena accordati i leader europei. Punta sulle energie alternative e rinnovabili, da quella eolica tanto cara a Cameron a quella solare che piace a Brown, a quella creata dalle maree.

In questo clima di crociata la bozza di legge prevede che in caso di mancato raggiungimento del taglio previsto il governo possa essere portato in tribunale per renderne conto. E in un Paese giudiziariamente litigioso come la Gran Bretagna, dove organizzazioni come Amici della Terra e Greenpeace sono particolarmente attive, un Processo Verde ai ministri di Sua Maestà non è un'eventualità da prendere alla leggera. Quanto al ruolo di «salvatore planetario» sognato da Blair, il premier punta di lasciare la scena politica dopo un ultimo successo al verticeG- 8 di giugno: vuole convincere gli Stati Uniti ad appoggiare il nuovo trattato che sostituirà quello di Kyoto. È l'ora delle buone intenzioni.
Verdi.


Guido Santevecchi
14 marzo 2007, corriere.it


Quando dai ad un bambino un giocattolo e comincia a giocarci e poi provi a levarglielo viene giu il mondo...dopo che abitui la gente ad avere ogni cosa e ogni comodità, 37 gradi in casa quando fuori ci sono 10 sottozero,10 gradi quando fuori ce ne sono 37 Tongue e una miriade di altre cazzate, far cambiare il vento è dura Roll Eyes esiste pero' un sistema semplicissimo di combattere il co2 cosa che nei paesi nordici hanno capito da mo'...si chiama rinboschimento, con questo non voglio dire che non si deve almeno provare a fare queste bellissime cose, ma magari la verità e la fattibiltà sta nel mezzo Wink
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