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Motori => Mondo Auto => Topic iniziato da: Phormula su Marzo 11, 2003, 09:43:17 am



Titolo: Parliamo di qualità.
Post di: Phormula su Marzo 11, 2003, 09:43:17 am
Secondo me qualità è uno di quei termini che vogliono dire tutto e niente. Soprattutto se applicati ad un oggetto complesso come un'automobile. Io credo che per poterne discuterne serenamente, occorra metterne a fuoco i vari aspetti.

Qualità oggettiva.
Significa essenzialmente rispetto delle specifiche di progetto. Se nelle intenzioni del progettista un componente deve durare almeno 15 anni o 250 mila km. Detta così il componente è di qualità se mantiene le promesse, ovvero dura per il tempo o i chilometri che deve durare. E' una grandezza misurabile. O funziona o non funziona. Ovviamente le specifiche di qualità vanno stabilite non in base al compiacimento degli ingegneri ma in base ai vincoli di progetto, ai costi di produzione, al tipo di impiego che si prevede verrà fatto di quel prodotto ed alle aspettative della clientela sulla durata di quel componente. Elementi di qualità oggettiva sono la scelta dei materiali, la loro resistenza e le tolleranze di assemblaggio. Ripeto, la qualità oggettiva si valuta in sè, indipendentemente dal prodotto e dal suo prezzo di vendita.

Qualità relativa.
E' il rapportto qualità prezzo, il rapporto tra la qualità oggettiva dell'automobile ed il suo posizionamento di mercato. Assumiamo che due vetture medie, la Bronza e la Pranza, abbiano lo stesso livello di qualità oggettiva, siano cioè costruite con componenti di qualità identica. Ma la Bronza costa 25 mila Euro e la propone un costruttore di fascia alta, mentre la Pranza parte da 15 mila Euro e viene da un costruttore che punta ad aggredire la fascia alta del mercato. Per ogni Euro che si spende, si finisce per portarsi a casa più qualità acquistando una Pranza piuttosto che una Bronza. Dal punto di vista della qualità oggettiva, Bronza e Pranza pari sono, ma dal punto di vista della qualità relativa, Pranza è molto meglio di Bronza.

Qualità percepita.
Si tratta di tutto l'insieme di accorgimenti che servono non a costruire un prodotto di qualità, ma a dare al consumatore la percezione che è effettivamente un prodotto di qualità. Prendiamo ancora l'esempio di Bronza e Pranza. Supponiamo che entrambe abbiano la plancia fatta dello stesso materiale plastico, ma il costruttore della Bronza è stato più attento nel curare che il colore le finiture superficiali di elementi contigui siano coerenti, che la finitura sia gradevole al tatto, che gli accoppiamenti mascherino le inevitabili tolleranze di montaggio, che le viti siano nascoste, eccetera eccetera. Le tolleranze invece sono le stesse, perchè la tolleranza di montaggio fa parte della qualità oggettiva. Il consumatore che si siede dentro una Bronza la percepirà come un prodotto qualitativamente superiore ad una Pranza, perchè, pur essendo costruita con gli stessi materiali, dà una migliore impressione di sè, è più appagante.

Qualità indotta.
Supponiamo che qualcosa vada storto. Succede anche nelle migliori famiglie. Facciamola grossa e pensiamo che alla Bronza si fonde il motore dopo 500 Km. Il concessionario riceve la telefonata del cliente, recupera la macchina, fornisce immediatamente una vettura sostitutiva o una tessera per un bordello (così che il cliente possa occupare il tempo in attesa della riparazione), riconsegna la macchina sotto casa, pulita e con il pieno di benzina e il capofficina evita di chiedere al cliente la restituzione della tessera in faccia alla moglie. Viceversa la Pranza ha un problema alla chiusura centralizzata che obbliga a chiudere la macchina solo dalla parte del passeggero, il cliente continua a portare la macchina in officina e lamentarsi, ma l'assistenza brancola nel buio. Dal punto di vista della qualità oggettiva, l'inconveniente alla Bronza è molto più grave di quello alla Pranza, ma, mentre il proprietario di Bronza trenderà a minimizzarlo o addirittura a parlare bene dell'assistenza, quello di Pranza dirà peste e corna, perchè, a distanza di mesi, la chiusura centralizzata ancora non funziona.

Spero di essere stato chiaro. Nel parlare della qualità di una macchina, occorrerebbe tenere presenti tutti e quattro questi aspetti.

Faccio qualche esempio generico (secondo me):
Le automobili giapponesi hanno una buona qualità oggettiva abbinata ad una discreta qualità relativa, mentre sono ancora carenti dal punto di vista della qualità percepita. Il fatto che abbiano garanzie estese invece ne incrementa il livello di qualità indotta.
Molte tedesche hanno un livello di qualità oggettiva buono (con qualche caduta nel discreto, ultimamente), mentre la qualità relativa è discreta, perchè costano parecchio. E' invece ottimo il livello di qualità percepita, perchè i tedeschi sono maestri nel far sembrare le macchine fatte bene. La qualità indotta invece è così così, a giudicare dalle garanzie al limite di legge ed alle lamentele della clientela.


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: lou su Marzo 11, 2003, 09:56:42 am
Caro Phormula, leggo sempre con piacere i tuoi post, sia per la forma che per le idee che esprimono, che sono in sintonia con le mie. Quello che hai scritto qui sopra più che un thread è una monografia in sedicesimo sulla qualità. Estremamente interessante ed esposta con l'abituale chiarezza. Secondo me, se ancora non lo fai, dovresti fare il conferenziere o lo scrittore. Avresti sicuramente ottimi risultati. Attendo con impazienza le prossime puntate delle due dotte disquisizioni.
Molto cordialmente
Luciano


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: alura su Marzo 11, 2003, 09:56:52 am
l'ho letto velocemente e mi sembra di concordare su tutta la linea, soprattutto sulla qualità percepita dove, almeno fino al passato recente, le giapponesi erano certamente all'ultimo punto (famosa l'abitudine di non illuminare i comandi, veramente una scelta "pessima" per noi occidentali, poi magari il comando durava 5 volte di piu').


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: Velox su Marzo 11, 2003, 10:03:39 am
Seguendo le tue ottime definizioni, ho cercato un attimo di ragionare sulle qualità del prodotto Fiat e ho paura che ne uscirebbe abbastanza malconcio.
Se forse la qualità oggettiva non è poi molto differente da quella dei costruttori francesi per esempio, quella relativa non sembra poi tanto elevata, e mi spiego. Molti si lamentano che la Fiat costra troppo se confrontato con la qualità reale del prodotto e se guardiamo ai listini base della Fiat, si ha sempre quest'impressione. Solo che tali listini sono solo virtuali, ed il prezzo che alla fine si paga è commisurato alla qualità oggettiva dell'auto.
Su cui invece la Fiat ha ancora da lavorare è quella percepita (tolleranza di montaggio e viti a vista) e ho paura ancora di più su quella indotta, e sono questi a mio parere i punti deboli attuali dell'industria italiana.

Complimenti per la tua analisi.


Titolo: Ma perchè ce l'avete tanto con le viti a vista?
Post di: Claudio53 su Marzo 11, 2003, 10:30:56 am
Se sono ben fatte (torx inox per esempio) non stanno male, i particolari si montano solidamente e si possono serarre, se devi smontare un pannellino non diventi balengo a capire come è incastrato e così via. Le auto degli anni 30, che sono il massimo della finitura, le viti a vista ce l'avevano. E macchine foto tipo Leica, Nikon , ce l'hanno pure loro in qualche caso e sono costruite magnificamente. La mancanza delle viti a vista o meno serve solo a far costare meno l'auto, perchè il montaggio ad incastro è più rapido. E poi non lamentiamoci degli scricchiolii...


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: alura su Marzo 11, 2003, 10:36:57 am
bhe, viti di qualità costano ben di piu' di una copertura in plastica


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: baranzo su Marzo 11, 2003, 10:41:24 am
Ho provato ad utilizzare i parametri di Phormula (soggettivi) con dati oggettivi, basati sulle statistiche JD Powers, TUV e TCS e sui prezzi di listino/accessori/garanzie.

Il punto 1) è misurabile con le statistiche TUV e TCS: se un'auto non si ferma e passa senza problemi i collaudi periodici vuole dire che i parametri progettuali sono rispettati, quindi questa qualità è elevata. Giapponesi ai primi posti.

Il punto 2) non è misurabile solo dalle statistiche, tuttavia integrando i prezzi di listino emerge come ancora una volta le case giapponesi riescono ad offrire un prodotto con la qualità 1) più elevata ad un prezzo inferiore.

Il punto 3) è più sottile, in questo caso potremmo integrare l'undice di soddisfazione, la qualità percepita è maggiore tanto più alto è l'indice di soddisfazione dell'acquirente di quell'auto. Chiaramente questo è un parametro soggettivo basato sul prezzo di listino, ma ancora una volta emerge con lampante chiarezza come le giapponesi siano percepite dai proprietari con molta maggiore soddisfazione rispetto a tutte le altre marche, vuoi perché non si rompono, vuoi perché offrono di più per meno.

Il punto 4) è totalmente soggettivo, ma ancora una volta l'unico dato statistico che permette di misurarlo è quello del grado di soddisfazione. Valgono quindi le stesse considerazioni del punto 3).

A quanto pare, applicando in modo combinato i dati oggettivi e statistici di cui siamo in possesso alle premesse teoriche di Phormula, il risultato che emerge in modo univoco è la superiorità schiacciante delle auto giapponesi.


Titolo: Qualità Fiat
Post di: Phormula su Marzo 11, 2003, 10:44:46 am
Su Fiat la penso così:

Qualità oggettiva.
Ragionevolmente buona. Pur nei limiti delle economie di scala, c'è da dire che Fiat ha sempre prestato molta attenzione ai materiali ed alla qualità di motori e trasmissioni, che godono fama di essere indistruttibili. Anche la qualità della verniciatura e della protezione anticorrosione è migliorata tantissimo. Restano invece da migliorare la qualità della piccola componentistica (interruttori, maniglie) e le tolleranze di assemblaggio, che spesso è la fonte principale di lamentele.

Qualità relativa.
Dipende. Se si guarda al prezzo di listino è mediocre, mentre diventa discreta se si tiene conto dei listini reali. La qualità relativa di una Stilo migliora notevolmente se la si valuta su una macchina a km zero che costa il 20% in meno rispetto al listino. Tradizionalmente le Fiat più piccole hanno un livello di qualità relativa migliore, perchè la qualità assoluta è più o meno la stessa, ma il prezzo e le aspettative della clientela sono inferiori. Inoltre si focalizzano maggiormente sulla funzionalità del veicolo più che sul livello di finitura. Fiat potrebbe fare molto da questo punto di vista adottando una politica dei prezzi più trasparente e mettendo la parola fine sulla politica degli sconti selvaggi.

Qualità percepita.
Bassa, molto bassa. Si potrebbe fare di più usando gli stessi materiali e spendendo gli stessi soldi per dare l'impressione di maggiore cura. Mi riferisco a linee di giunzione tra le componenti della plancia che sembrano fatte apposta per esaltare le tolleranze di assemblaggio anzichè mascherarle, alla mancanza di coerenza di colore e finitura tra parti adiacenti, a piccoli fastidi (a me è capitata una Stilo nuova di pacca con il sedile passeggero che ballava nelle guide) che si sarebbero potuti risolvere con un poì più di attenzione in fase di progettazione, di montaggio e di ispezione della vettura prima della consegna al cliente.

Qualità indotta.
A macchia di leopardo. Può andar bene o male, dipende dalle mani del concessionario o dell'officina autorizzata nelle quali si finisce. Ho l'impressione che Fiat faccia poco per stimolare la soddisfazione del cliente, lasciando molto all'iniziativa del singolo. Capita così che alcune officine interpretino la garanzia alla lettera ed altre invece puntino soprattutto al cliente soddisfatto. Anche il livello di preparazione e la dotazione della rete mi sembra più affidato al singolo che non frutto di una politica precisa. Inoltre una garanzia estesa aiuterebbe non poco.


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: Vanquish su Marzo 11, 2003, 11:18:19 am
Ciao, Phormula!

Innanzitutto concordo con la tua analisi e con le considerazioni di Losna, secondo cui c'è una "qualità" commisurata anche al tipo di auto e alla fascia di utenza: la qualità che un acquirente "Punto" cerca, non è la stessa che pretende quello di una "S" oppure quello di un' "Elise": per il primo, qualità può voler dire robustezza e durata della vettura nel tempo, per il secondo, magari, rifiniture degli interni (scelta della radica, della pelle), per il terzo, la quelità, si potrebbe riferire alle capacità corsaiole della vettura. Attenzione: NON dico che l'utente S NON cerchi anche la robustezza o l'affidabilità, ma credo dia maggior peso a comfort e vita a bordo.

Secondo me, poi, esiste anche una quinta categoria: la Qualità Visibile. Ovvero: poniamo il caso che un cruscotto sia perfettamente allineato, costruito con materiale eccellente, piacevole al tatto e duraturo nel tempo; la domanda è: come sarà assemblata la plancia DOVE non si vede? Dietro al super cruscotto cioè. Tutte le cose che NON vediamo e che NON vederemo MAI. E' mia opinioneche possano esistere anche "livelli" di percezione della qualità stessa che possono alterare il giudizio di chi acquista l'automobile. E, tra l'latro, ritengo che ciò sia possibile: cosa giudichiamo per prima cosa quando entriamo in un abitacolo? Dove cade prima l'occhio? E quando osserviamo la vettura dall'esterno, cosa attrae prima la nostra attenzione?
E, durante la nostra analisi, QUANTO ci ha influenzato e continua ad influenzarci la prima "percezione" della vettura?


PS Sto topic è interessantissimo (e UTILISSIMO)perchè, forse senza accorgercene, stiamo facendo quello che le equipe di progettisti, psicologi, esperti di comunicazione e designer fanno quando una nuova auto deve essere creata, presentata al pubblico e commercializzata.

Svisceriamo, svisceriamo!!! ;D ;D ;D ;D

Nel mio lavoro, fotografo anche molte auto e, spesso, (anzi, SEMPRE) l'occhio (allenato) mi va sempre nei posti meno pensabili e le cosine che scopro vanno in sintonia con quanto detto da Phormula.

Ciao!!!

Vanquish


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: Velox su Marzo 11, 2003, 11:57:15 am
Non è tanto facile rispondere alle tue domande di cosa notiamo e cosa giudichiamo quando saliamo a bordo di una nuova auto, soprattutto al momento dell'acquisto. Ma posso dire come la vedo io. Per me è importante la facilità d'accesso innanzitutto sia al posto di guida sia ai posti posteriori. Forse questo non fa parte della qualità, ma è importante quando alla fine devi fare quest'operazione più volte al giorno, non credi. Ma anche facilità di impugnatura della maniglia e pesantezza della portiera e come questa si chiude. Per me è necessario che si chiuda anche col minimo sforzo senza dover sbattere per forza la porta, soprattutto se ho mani occupate (cosa che mi succede abbastanza spesso) per non dover riaprire nuovamente lo sportello e sbatterlo più forte. Questo è il primo impatto, ma il secondo lo trovo non meno importante: prima addirittura di verificare il posto di seduta e la comodità del sedile, presto attenzione alla strumentazione che deve avere rigorosamente i quattro quadranti classici come minimo, leggibile e non ostruita dal volante, in tal caso deve essere regolabile in altezza e profondità (l'auto non l'hanno costruita a mia misura naturalmente, non è una Zonda...). Solo dopo che sono seduto un minuto a contemplare la strumentazione, penso alla comodità dei sedili perché la prima sensazione può essere quella sbagliata e le sue regolazioni. Terzo passo è controllare la visibilità in ogni dove, principalmente la percezione dell'ingombro del posteriore dallo specchietto interno (lo so che è stupido ma ognuno ha le sue piccole manie). Passo successivo è la console centrale, i comndio radio e climatizzazione, il posizionamento di certi pulsanti come l'hazard, e quindi passo allo studio delle levette sul piantone e ai pulsanti delle luci. Fato questo, controllo cambio, freno a mano e pedaliera, comandi alzacristalli e quindio vado al vano portaoggetti davanti al passeggero che deve essere facilmente raggiungibile senza dover fare acrobazie, e infine il tunnel centrale. Questo è il primo approccio all'interno. Il secondo è sedermi anche al posto del passeggero e dietro, dove ovviamente i controlli saranno inferiori, soprattutto di spazio e comodità. Fatto ciò passo al bagagliaio e alla possibilità di abbattere i sedili posteriori e se questi possono scorrere, ecc.
Solo alla fine passo all'esame dell'esterno (che strano, vero?) che comunque in linea generale già mi piace altrimenti non sarei andato a visionare tale auto.
Mi riservo ulteriori controlli (vano motore per esempio) a una seconda visita qualora facessi un pensierino all'acquisto.

Scusate la lunghezza dell'intervento.


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: Phormula su Marzo 11, 2003, 12:18:38 pm
Io credo che aspetti come la pastosità dei comandi e la loro disposizione facciano parte della qualità percepita. Se dentro una macchina "ti senti a casa", avrai sicuramente l'impressione che i progettisti abbiano fatto un buon lavoro, come se avessero lavorato con le tue esigenze di automobilista in mente.

Per quanto riguarda le viti a vista, su certe sportive hanno un fascino non indifferente, ti viene in mente l'artigiano che le ha strette assemblando la tua macchina. Io personalmente le tollero anche su certe utilitarie, dove la sostanza è quello che conta. E poi con le viti non c'è il rischio che smontando il pannello si rompa un incastro, con il risultato che poi lo devi buttare perchè non si riesce più a rimontarlo.
Purtroppo i guai cominciano o quando arrugginiscono perchè sono scadenti o quando l'assistenza te le massacra per riparare qualcosa e te le rimonta con le teste rovinate. A questo punto diventano pugni negli occhi.


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: pino su Marzo 11, 2003, 13:05:31 pm
Le analisi di Phormula (ma anche degli altri) sono ammirevoli e le condivido in pieno. Forse però ci si è dimenticati di quella che io chiamo forse impropriamente "qualità attiva" e cioè di ciò che si prova guidando.
Mi è capitato di provare auto, ben fatte ma relativamente deludenti nell'approccio stradale, magari con uno sterzo "molle" o con un assorbimento delle sospensioni discutibile.
Io penso che il giudizio su questo aspetto della qualità sia il più individuale possibile ma che tuttavia possa essere in parte classificato a seconda del tipo di vettura.

Tutti i pareri fin qui espressi comunque, mi pare tengano conto essenzialmete dei punti di vista dell'utilizzatore finale dell'auto; se andassimo ad ascoltare cosa pensano i meccanici/elettrauti&co probabilmente saremmo investiti da bestemmie ed affini. Non ne conosco uno che non si incazzi quando deve mettere mano su un'auto relativamente recente... ;)


Titolo: Qualità Statistico-ergonomico-funzionale
Post di: Vanquish su Marzo 11, 2003, 13:48:29 pm
non sparatemi! La qualità statistico-ergonomico-funzionale esiste: è quella adottata da Renault nella sua nuova Megane II. I comandi della plancia di fatti sono orientati verso il guidatore secondo una precisa base statistica che descrive i più importanti in funzione del relativo grado di utilizzo. Questo tipo di attenzione alla qualità statistico-funzionale dei comandi di un'autovettura potrebbe però influenzare non poco il lato "design" che risulterebbe per questo meno simmetrico o lineare anche se infinitamente più pratico, ergo: qualità può influenzare qualità e quindi ciò equivale a dire che, nel caso specifico di funzionalità/design, il rapporto che intercorre tra questi due elementi rischierebbe di penalizzare il buon risultato di un'autovettura sul piano intimamente emozionale, privilegiando la "ratio" imposta dalla praticità

Opinioni?

Vanquish


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: Phormula su Marzo 11, 2003, 13:48:51 pm
E' vero, un prodotto di qualità è un prodotto che in ultima analisi soddisfa le aspettative del cliente, dal momento dell'acquisto fino a quando sarà rivenduto. Tuttavia dobbiamo stare attenti a non esagerare nell'allargare il concetto, altrimenti facciamo l'errore di fargli perdere significato e farlo diventare di nuovo un termine generico che può voler dire tutto e niente. Il rischio è che qualcuno possa dire che una automobile non è di qualità perchè il baule è troppo piccolo, perchè l'usato ha un valore troppo basso eccetera eccetera. Senza contare che quello che per me è qualità (sospensioni rigide e sterzo diretto) potrebbe essere un difetto per un altro (scarso comfort e comportamento nervoso).
La mia opinione è che quando si passa dall'aspetto delle finiture o dalla durata della meccanica ad aspetti come la precisione dello sterzo o la morbidezza delle sospensioni, ma anche lo spazio interno, entriamo in un campo che riguarda le motivazioni per le quali si sceglie una macchina. E' chiaro che anche queste sono ragioni per essere soddisfatti o insoddisfatti di un prodotto, ma c'è da chiedersi quanto pesino in questo le scelte personali. Un motore che dura, una plancia ben costruita li vogliono più o meno tutti. La taratura dello sterzo o delle sospensioni raccolgono giudizi contrastanti a seconda degli utenti e le case di solito tendono verso la soluzione che rappresenta il miglior compromesso tra i costi e le esigenze della maggior parte della clientela che si presume acquisterà quel modello.
Il servosterzo elettrico della Twingo ne è un esempio. E' talmente leggero che a me sembra di guidare perennemente sul ghiaccio. Mia moglie lo vuole esattamente così, perchè si gira con un dito. Trattandosi di una macchina che viene venduta principalmente ad un pubblico femminile, tutto sommato non mi sento di biasimare Renault. Fosse stata un'Alfa...


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: &re@ su Marzo 11, 2003, 13:53:53 pm
Non voglio fare il difersore d'ufficio di Pino (perché credo che tu stia rispondendo soprattutto a lui), ma senz'altro il suo discorso va inteso rapportando l'auto ad altre di pari caratteristiche.
Cioè la prontezza di sterzo (anche se troppo reattivo) la reputo indice di qualità se l'auto che sto valutando è (o pretende di essere) una sportiva. E da una sportiva, certe caratteristiche me le aspetto.
Stesso discorso x lo sterzo "tenero" da citycar.


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: Phormula su Marzo 11, 2003, 14:20:16 pm
Spero che non mi abbiate frainteso.
Supponi di essere nel reparto sviluppo di una casa automobilistica.
Devi decidere le caratteristiche dello sterzo di una sportiva. Beh, credo che non avresti dubbi nel puntare verso un comando diretto, anche a costo di renderlo nervoso e un po' pesante in manovra. Sai che la clientela è così che lo vuole.
Il discorso è esattamente l'opposto se parliamo di una citycar, macchina che verrà usata principalmente in città e da un pubblico femminile, che predilige gli sterzi leggeri.
Fin qui è facile. Supponi ora che lo sterzo lo devi progettare per una vettura media di un marchio generalista, vettura che per definizione ha una clientela che spazia dal pensionato (magari con problemi di mobilità alla spalla) che la usa una volta la settimana al ragazzo maniaco della guida sportiva, passando per il padre di famiglia ed il rappresentante che ci macina sopra 40 mila km l'anno. Alla fine devi per forza di cose cercare un compromesso.
Supponi ora di accendere la televisione. Intervistano un ragazzo che dice che la macchina è valida ma lo sterzo non è abbastanza sportivo, per cui non è soddisfatto. Cosa puoi dire? Tu lo sterzo l'hai progettato come si deve, hai dimensionato tutti i componenti correttamente, insomma ritieni di averlo fatto bene. Cosa puoi rispondergli?


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: seth1974 su Marzo 11, 2003, 15:11:41 pm
Sempre gradevole e competente phormula nei suoi post . Sono pienamente daccordo con quanto dice su qualità attesa , intuita ed aspettata. Vi porto il mio esempio , sono pèossessore di una 166 jtd. quando l'ho acquistata avevo delle aspettative molto alte nei confronti dell'auto. E sono stato ben ripagato. Auto costruita e finita bene , nessuno scricchiolio di alfiana memoria , motore tutto sommato adatto all'auto ed ottimo servizio post vendita. Direi che tra i modelli di alto gamma di case italiane da me posseduti ( 2 thema e questo ) sicuramente è quello che più si avvicina al concetto di qualità che desideravo.


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: pino su Marzo 11, 2003, 15:19:07 pm
Citato da: seth1974 su Marzo 11, 2003, 15:11:41 pm
Sempre gradevole e competente phormula nei suoi post . Sono pienamente daccordo con quanto dice su qualità attesa , intuita ed aspettata. Vi porto il mio esempio , sono pèossessore di una 166 jtd. quando l'ho acquistata avevo delle aspettative molto alte nei confronti dell'auto. E sono stato ben ripagato. Auto costruita e finita bene , nessuno scricchiolio di alfiana memoria , motore tutto sommato adatto all'auto ed ottimo servizio post vendita. Direi che tra i modelli di alto gamma di case italiane da me posseduti ( 2 thema e questo ) sicuramente è quello che più si avvicina al concetto di qualità che desideravo.



...e sicuramente gradisci il suo sterzo "come Dio comanda".

Se acquistando la tua 166 avessi trovato, insieme alle cose positive che hai riscontrato, uno sterzo di burro ed un assetto da "morbidona" probabilmente avresti detto che non sei molto soddisfatto dell'auto. Ecco perché insieme alle sacrosante argomentazioni di Phormula io aggiungerei 'sto concetto di "qualità attiva".


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: Raven su Marzo 11, 2003, 15:58:29 pm
visto che a goiudicare dai post precedenti mi sembrate tutti quanti bene sul pezzo io vi porrei una domanda che da molto tempo mi frulla (e che ho già sottoposto): è nato prima l'uovo o la gallina? Mi spiego: il "bisogno di qualità" (soprattutto percepita ed indotta) non è mai stato alto come in questi ultimi tempi, ma è stato il mercato a svilupparlo o le case automobilistiche? La mia impressione è che (come in molti casi) il cliente medio (che non ci somiglia!!) sia arrivato a convincersi di aver bisogno di cose alle quali da solo non sarebbe stato in grado di pensare. Non è che con discorsi orientati verso la qualità tendono a "sviare" il cliente ed a fargli ingoiare dei prezzi imposti dalle case a mo' di lobby altrimenti difficilmente giustificabili?


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: seth1974 su Marzo 11, 2003, 16:03:37 pm
costruire un'auto che risponda alle attese di ua clientela " media " è un'impresa titanica. bisogna concentrare in circa 4 metri e 30 tutte le caratteristiche che possano soddisfare una clientela il più vasta possibile , che sia sicura per quanto lo consenta l'elettronica ed il tutto contenuto in un guscio attraente e possibilemnte , dulcis in fundo , costruito ed assemblato in maniera per lo meno accurata.
Concepire un'auto di nicchia è decisamente più semplice . Le aspettative del pubblico a cui è destinata sono " mirate ". Se mi compero una dune buggy ( peccato che non le facciano più ) non mi interessa nulla del comfort acustico ma desidero solo che sia divertimento allo stato puro. Se invece voglio una spider , se questa scricchiola sui sanpietrini sinceramente non mi importa , anzi , se qualche cric croc non si sente probabilmente si rimango male. E se voglio una supersportiva , diavolo , il motore deve urlare e non essere un silenzioso dispensatore di coppia.


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: pino su Marzo 11, 2003, 16:10:30 pm
Citato da: Raven su Marzo 11, 2003, 15:58:29 pm
visto che a goiudicare dai post precedenti mi sembrate tutti quanti bene sul pezzo io vi porrei una domanda che da molto tempo mi frulla (e che ho già sottoposto): è nato prima l'uovo o la gallina? Mi spiego: il "bisogno di qualità" (soprattutto percepita ed indotta) non è mai stato alto come in questi ultimi tempi, ma è stato il mercato a svilupparlo o le case automobilistiche? La mia impressione è che (come in molti casi) il cliente medio (che non ci somiglia!!) sia arrivato a convincersi di aver bisogno di cose alle quali da solo non sarebbe stato in grado di pensare. Non è che con discorsi orientati verso la qualità tendono a "sviare" il cliente ed a fargli ingoiare dei prezzi imposti dalle case a mo' di lobby altrimenti difficilmente giustificabili?


Semplificando al massimo: una volta c'erano le marche che facevano solo auto prestazionali tralasciando un po' (o tanto) la qualità così come la si intende oggi e poi c'erano quelle che facevano auto solide ma lente (lasciamo stare quelle che facevano solo auto di m.....) Ad un certo punto le prime si sono cominciate a trovare in difficoltà perché le prestazioni cominciavano ad averle tutti grazie all'elettronica. Saltate le diversità dinamiche le prime hanno dovuto crescere molto più faticosamente e lentamente per cercare di raggiungere le prime sul piano della qualità per la quale non basta aumentare la velocità di calcolo dei processori o aumentare la RAM.
Tutti quanti poi non potendo pretendere di mandare le loro auto sulla luna hanno cominciato ad infarcirle di "sovrastrutture" più o meno utili alle quali ora, ameno che non si abbia il coraggio (diciamo così ;)) di Mauring, nessuno vuol fare più a meno (me compreso). Che ne pensi?


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: Raven su Marzo 11, 2003, 16:28:28 pm
i tuoi esempi Losna mi sembrano un po' troppo tirati per i capelli io non parlavo di auto senza servosterzo (che corrispondono alla mamma che va a piedi in campagna...ma dei discorsi inerenti la perfezione degli allineamenti, la qualità delle plastiche eccetera: in fondo la mia domanda è sempre la stessa, siamo semptre tutti qui a parlare di "qualità" ma chi davvero (in percentuale) quando di reca da un concessionario questa qualità (ripeto: vera o presunta tale) la sa
a) cercare
b) riconoscere


Titolo: xRaven e gli altri
Post di: Vanquish su Marzo 11, 2003, 18:26:14 pm
Innanzitutto: QUESTO è un forum! Detto questo, detto TUTTO.


Ritornando al post.

Qualità e percezione progressiva della qualità.

La qualità può essere vista come una dote "potenziale" di un qualsiasi oggetto: faccio un esempio.

Immagina di avere due auto in una stanza: una è una S, un'altra è una Hyundai; attenzione: sono ambedue coperte con lo stesso telo opaco che impedisce di fatto di capire di che auto si tratti (facciamo finta che osservandole non si capisca ne che auto sono ne tantomeno la grandezza dei corpi vettura che, per questo ci appariranno uguali).

In questo caso non possiamo giudicare alcunché: accoppiamenti lamiere, verniciatura finiture esterne eccetera. Le due auto ci appariranno le stesse! Ma la sostanza è RADICALMENTE differente in entrambe. Questo ragionamento, un po' surreale ed estremo, presuppone una totale insensibilità verso i contenuti e porta ad una conclusione: se sei un utente superficiale (come lo è una larga parte delle persone normali - non conto noi perchè per un motivo o per un altro siamo talmente abituati a osservare e contare il pelo nell'uovo che, chiaramente, non facciamo testo) percepirai l'imponenza della S esternamente (impatto visivo), l'opulenza degli interni in pelle (tatto+olfatto - RESPIRI quando entri nell'abitacolo e inconsciamente recepisci dei messaggi che chi ha costruito l'auto vuol farti percepire PRIMA di altri).
QUANDO ti accorgi della VERA qualità: assemblaggi che tengono, materiali che resistono, meccanica affidabile? Nell'arco che va dai 1000 ai 10000 kilometri. Perchè? Perchè il fattore più importante che determina la soddisfazione del prodotto (parametro questo che è direttamente proporzionale al tempo passato nell'autovettura e alle cose fatte con essa - fuoristrada, pista, autostrada, fare la spesa e quindi capacità carico, utilità) è legato all'elemento fondamentale della nostra esistenza: il vivere.

In conclusione, il concetto di qualità potrebbe essere, secondo me, rappresentato graficamente come una cipolla: si arriva alla sua comprensione (cuore dell'ortaggio) attraverso la percezione progressiva delle sue implicazioni (strati) sul nostro modo di vivere l'auto.

ERGO, ci sarà una parte di persone che analizzerà meglio la vettura fin dall'inizio, ma la maggior parte di loro CAPIRA' la vettura solo dopo averla vissuta: a quel punto ci sarà chi in chiave criticamente costruttiva proporrà soluzioni per migliorare il prodotto (feed back) e chi, invece, in luogo delle molte virtù del mezzo, farà passare nel proprio giudizio altri particolari perfettibili in secondo piano.

Perdonate la contorsione ma l'argomento è stimolante!


Vanquish


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: Vanquish su Marzo 11, 2003, 19:18:46 pm
x&re@

intendevo dire che questo si che E' un forum! rispetto a ZF è una figata! che mi piace molto! che mi ci trovo bene! che QUESTO si CHE E' un Forum!!!

Insomma, sono stato chiaro ora? ;D


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: baranzo su Marzo 11, 2003, 21:15:32 pm
"Lo zen e l'arte della riparazione della motocicletta" (Robert Pirsig, Adelphi) lo ricordo come un'avventura nel viaggio e nella ricerca filosofica di un concetto, la definizione metafisica di qualità che ancora oggi non mi è chiaro. Grazie Losna, forse è giunta l'ora di rileggere quel capolavoro, e ti ringrazio per avermelo fatto ritornare alla mente.


Titolo: Re:Parliamo di qualità.
Post di: Vanquish su Marzo 11, 2003, 23:17:26 pm
Losna è forte!!! ;D ;D ;D ;D ;D


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